Le Lettere persiane (Lettres persanes), pubblicate anonime
da Montesquieu nel 1721, sono un romanzo epistolare che utilizza
il confronto culturale e la satira per criticare la società e le
istituzioni della Francia all'inizio del XVIII secolo.
L'opera è interamente composta da una fitta corrispondenza che
si sviluppa su due piani narrativi principali:
Il Viaggio e la Satira Occidentale: I protagonisti sono
due nobili persiani immaginari, Usbek (il più maturo e riflessivo) e
il giovane Rica (più ironico e spensierato), che lasciano la loro patria,
Isfahan, e intraprendono un lungo viaggio che li porta a stabilirsi a Parigi.
Le loro lettere, indirizzate ad amici rimasti in Persia, descrivono e
commentano con stupore e ironia i costumi, la politica, le mode, la
religione e la morale della società francese, in particolare durante gli
ultimi anni del regno di Luigi XIV e l'inizio della Reggenza.
Il Dramma del Serraglio Orientale: Parallelamente, Usbek
è in corrispondenza con le sue mogli e gli eunuchi che sorvegliano
il suo serraglio (harem) a Isfahan. Questa trama, che si svolge in Persia,
mostra il lento e inesorabile deterioramento dell'ordine e della disciplina
all'interno del serraglio, causato dall'assenza del padrone. Il dramma
culmina nel fallimento del controllo assoluto di Usbek, con la rivolta delle
sue mogli e il suicidio della prediletta, Rossane, la cui ultima lettera è una
feroce rivendicazione di libertà.
Relativismo Culturale: Montesquieu utilizza lo
sguardo "alieno" dei Persiani come uno specchio deformante per la
cultura francese. Le istituzioni e le abitudini europee, considerate
"naturali" dagli autoctoni, appaiono assurde e ridicole agli occhi dei
viaggiatori, dimostrando che non esistono verità o costumi universali,
ma che tutto è relativo al contesto.
Critica Politica e Sociale: L'opera è una critica
acuta alla monarchia assoluta francese. Il re di Francia (Luigi XIV) e
persino il Papa vengono descritti come "grandi maghi" che esercitano il
potere sulla credulità e la vanità del popolo. Viene criticato il dispotismo
in ogni sua forma, sia quello politico francese che quello domestico persiano (il serraglio).
Critica alla Religione e ai Costumi: Il romanzo critica
l'intolleranza religiosa, l'ossessione per il denaro, la superficialità
delle mode parigine e la corruzione morale e finanziaria
Il Dispotismo come Fallimento: La trama del serraglio
non è solo un intermezzo esotico; essa è una metafora del fallimento di ogni
forma di potere assoluto. Usbek, che in Europa critica l'assolutismo, fallisce
miseramente nel mantenere il controllo nel suo piccolo regno domestico.